150 Anni di Marconi in QRP.
Come celebrare i 150 anni di Guglielmo Marconi mantenendo basso l’impatto ambientale.
Cronaca di una attivazione multipla che è quasi un Diploma.
Guglielmo Marconi ha operato in QRP? A me piace pensare di sì.
Durante le sue prime prove “indoor”, fino al famoso “colpo di fucile”, prima QSL “ante litteram”, pare usasse batterie fatte in casa. È quindi ragionevole pensare che, almeno all’inizio, utilizzasse potenze inferiori a quella oggi considerata “legale”.
“… l’adozione di onde di soli pochi metri di lunghezza, difficili da generare; inoltre, e ciò fino a date relativamente recenti, la potenza utilizzabile era piuttosto piccola.” rif. rr_1974_06b.pdf
Quando l’ARI CRER, nell’ambito delle celebrazioni Marconiane del 2024, promosse l’attivazione denominata “150° Marconi CLM” : https://www.150marconi.org mi sembrò interessante partecipare all’iniziativa come QRP “hunter”.
L’obiettivo di collegare almeno 11 stazioni su 19, tutte emiliano romagnole, operando in “LOW POWER” mi sembrava un po’ troppo “vincere facile!”.
Quindi verificherò l’efficacia dell’operare in “VERY LOW POWER”, ovvero una potenza media di 5 Watt “KEY DOWN”, oppure <=10 Watt di picco, nella breve distanza e sulle varie bande.
APPARATI:
Un IC-7300, un IC-9700 e un transverter per QO100.
Gli apparati ICOM sono molto semplici da utilizzare e da collegare al computer.
Bastano due cavi USB ed i relativi driver e si è subito operativi.
La regolazione della potenza a 5 watt in HF è stata effettuata utilizzando un vecchio ma ancora efficiente wattmetro Osker SWR-200. Per le VHF & UP un Bird 43 con “tappi” 25C e 25E.
Il transverter per QO100 eroga non più di 4 watt in SSB, ridotti a 2 watt in digitale per migliorare la stabilità in frequenza.
ANTENNE:
Marconi ha dimostrato come l’antenna sia la cosa più importante del nostro sistema radio wireless, ma anche come a volte sia necessario saper adattare ciò che si ha.
Il mio concetto di “antenna” è molto ampio ed aperto, direi quasi universale.
Qualunque sinergia fra materiali conduttori ed isolanti, purché “irradi”, può diventare “antenna”.
Da giovane, in collegio, in mancanza di meglio, ho perfino utilizzato la rete del mio letto.
Attualmente cerco di sfruttare come posso lo spazio che ho disponibile attorno a casa ed in terrazza.
Nella foto il sottile filo azzurro, che vedete scendere dall’alto verso sinistra, per poi procedere orizzontalmente verso destra, è una End-Fed Half-Wave; “Slooper” e Near Vertical Incidence Skywave per i 40 metri che in 80 risuona in ¼ d’onda col cavo di alimentazione come contrappeso.
Grazie ad un adatto “stub” funziona anche in 20 metri ed è accordabile in 15 con l’ATU del 7300.
I dettagli costruttivi della “Star Wars Short Wave Antenna” li trovate nell’articolo : “Antenne in Libertà”: radiokitelettronica/in-evidenza/895
A sinistra del traliccio c’è la verticale ¼ d’onda per i 10 metri autocostruita che, grazie ad un elemento “sleeve”, risuona anche in 6 metri.
In alto, in cima al palo, vedete le mie uniche due antenne “commerciali”.
Yagi VHF e UHF della OffEL, ultra trentenni, che realizzano anche il “cappello capacitivo” del traliccio stesso, utilizzato come sistema aperiodico verticale per le bande HF, dai 160 ai 12 m.
Il cavo RG59 esce dalla scatola grigia a sinistra e dopo 6 spire di “choke balun” la calza va alla grondaia in alto (morsetto nero) mentre il centrale va al traliccio zincato (morsetto rosso) a circa 1,5 metri di altezza dal pavimento della terrazza.
Trovati sperimentalmente i due punti ottimali, in modo che in 40 metri il ROS risulti prossimo a 1:1, per tutte le altre bande occorre l’ottimo ATU del 7300. Come funziona? Per le WARC meglio questa antenna che nessuna antenna. In 40 e 80 N.V.I.S. va molto meglio il filo, per quanto risulti attenuato dai muri. In 20 e 15 o aumentando la distanza della stazione corrispondente i segnali ricevuti sono simili o, a volte, migliori col traliccio in verticale.
In ultimo la foto della parabola con illuminatore dual-feed per QO100. Banda “Sx” satellitare.
Uplink in 13 cm. con elica a 5 spire e downlink in 3 cm. con LNB standard.
MODI:
Con pochi watt ed antenne di fortuna meglio concentrarsi su pochi modi operativi.
Quelli più diffusi ed efficienti: SSB, CW, FT8 ed FT4.
Se il CW fosse una “lingua” il mio livello QCER sarebbe inferiore ad A1 = Base.
Apprezzo questo modo di trasmissione ed ammiro chi lo conosce e lo pratica correntemente.
Fin’ora io non ci sono riuscito. Ma non per questo intendo privarmi del piacere di utilizzarlo.
Col CW è così: più lo pratichi più riesci ad apprezzarlo, ognuno come può.
Quelli “bravi” mi dicono … “Non contare i punti e le linee, memorizza il suono!”
D’accordo, va bene, ma sempre un minimo di RAM neuronale è necessaria.
Ci ho provato più volte, con diversi “metodi”, ma dopo una ventina di caratteri vado in confusione.
Non ce la posso fare. Troppi neuroni lesionati da un mestiere logorante: l’Information Tecnology!
Per fortuna nel “150 Marconi” il prefisso delle stazioni da “lavorare”, molto spesso “IQ4”, è abbastanza riconoscibile. Dopo il “CQ” la “C” di CLM e la “Q” di IQ4 si capiscono bene.
“CQ” come pure “5NN”, “TU”, “?” e “73” hanno “suoni” abbastanza riconoscibili.
Anche il mio call lo riconosco perfettamente, a furia di sentirlo dal MONITOR della radio.
Oggi molti RTX dispongono di memorie audio e digitali e col “Keyer Embedded” il tasto verticale non serve. Potrebbe essere utile un ”External Keypad” ma basta anche una comune “Touch Pen”.
Quando sono SICURO del nominativo della stazione chiamante, con un tocco di penna, trasmetto il mio CALL fino a quando non lo sento ripetuto identico e col mio rapporto.
Quindi, con altre memorie, procedo col rapporto e i saluti per completare il QSO ed attendo la conferma finale. Forse non sarà elegante ma non è molto diverso da un QSO, in CW, via luna e … “SI PUO’ FARE !!”.
In questo modo non posso chiacchierare od attivare, come un vero marconista, ma rispondere ad un CQ anche sì. Comunque chiacchierare per radio a me non piace molto, nemmeno in fonia.
Spero che il nostro “Grande Maestro” abbia pietà di me! HI!
BANDE:
Quante più possibili. In MF, HF, VHF, UHF e SHF (13cm. TX / 3 cm. RX – QO100).
Il “Grande Maestro” non ne disdegnava alcuna. Almeno un QSO per banda. Almeno uno per anno.
Il “traffico” via satellite GEO in full-duplex è abbastanza diverso da quello cosiddetto “in diretta”.
Peraltro è l’unico che obblighi, chi voglia sperimentarlo, a prendere in mano uno stagnatore.
Qui ha poco senso parlare di breve o lunga distanza. Sono sempre 36 mila chilometri per “arrivare al satellite” ed altrettanti per “tornare”, anche se per “tornare” ci pensa il transponder.
Però tutto il sistema, antenna compresa, occupa uno spazio così limitato da poter essere utilizzato praticamente ovunque. Basta che il satellite sia in portata ottica. Non è poco.
IL SITO:
https://www.150marconi.org
Fornisce tutte le informazioni in tempo reale sulle stazioni attive e le conferme dei QSO effettuati.
A volte, queste ultime, arrivano con un po’ di ritardo ma ci sta perché le connessioni internet non sempre funzionano come vorremmo. Ma noi non abbiamo fretta. Per un QRP la fretta non esiste.
E piano piano, con un po’ di pazienza, “passiamo” anche noi.
Magari quando l’attivazione volge verso la fine; quando la “ressa” si placa un poco, “passiamo”.
Specialmente nelle bande basse. La tecnica N.V.I.S. minimizza l’handicap della potenza ridotta. Nelle bande più alte, invece, fare QSO è più difficile. C’è “la zona d’ombra”.
In QRP è più facile fare un DX piuttosto che collegare una stazione vicina nelle bande più alte.
Il Cluster velocizza la ricerca delle stazioni e il foglio Excel aiuta a distinguere i QSO effettuati da quelli ancora mancanti.
Il primo obbiettivo, quello del puzzle con le 11 QSL, viene raggiunto il quinto giorno di attività, dopo circa una sessantina di QSO.
Mano a mano che il tempo passa i collegamenti “facili” si riducono ed il numero dei QSO/GIORNO validi diminuisce rapidamente.
In VHF & UP l’attività langue ma lo IAC aiuta a mettere a LOG qualche stazione in più.
In SSB, in certi momenti, il rumore è micidiale ed alcuni corrispondenti non ce la fanno proprio a ricevermi. Non tutti utilizzano antenne N.V.I.S. e con questi fare QSO è più difficile.
In CW, il modo “principe” del QRP, la “classe” degli attivatori non passa inosservata.
Nei momenti in cui l’attività non è particolarmente intensa, quando io sento loro, prima o poi loro sentono anche me. Se non passo alla prima chiamata, al secondo o al terzo tentativo quasi sempre sì.
Sono soddisfazioni! Diversamente che in FT8/FT4 qui il filtro stretto è indispensabile e sopperisce parecchio alla mia “Ignoranza Telegrafica”.
Purtroppo non in tutti i club è disponibile un “vero” Marconista; gli operatori scarseggiano.
Speriamo che, grazie al nuovo articolo 144.2, arrivino schiere di appassionati radioamatori e che i titolari dell’autorizzazione, responsabili dell’attività dei non patentati, vigilando correttamente riescano a trasmettere anche un po’ di passione per la telegrafia.
L’FT8 è certamente un modo interessante per il QRP. A meno di essere prevenuti nei confronti dei modi digitali sincroni è difficile non ammetterne la superiorità.
Certo non a tutti può piacere utilizzarlo e a volte può anche succedere di fare QSO con un robot.
Però un cacciatore, che usi la fionda o il bazooka, quando prende un fagiano od una tortora non si chiede se il volatile fosse nato selvatico od allevato in batteria.
Anche io all’inizio ero un po’ scettico su questo modo. Mi sembrava “freddo” ed impersonale.
L’anno scorso, con l’autorizzazione temporanea in 4 metri, cambiai opinione.
Ricorderete come arrivò piuttosto tardi, in agosto, con la propagazione ormai agli sgoccioli.
Insufficiente per effettuare più di qualche QSO locale in fonia, o almeno con la mia antenna.
Però in FT8, per diversi giorni ancora, il traffico fu abbastanza intenso ed interessante e la “sperimentazione” si poté svolgere tranquillamente.
In quella occasione ebbi modo, affinando la tecnica, di apprezzarne alcune interessanti particolarità.
Quando la propagazione diventa molto intensa però, nel segmento FT8, accade di non riuscire a trovare nemmeno uno slot (50 Hz) libero.
Quando succede in QRP c’è poca speranza di “passare” e spostarsi in FT4 può essere una valida alternativa.
L’FT4 è un modo un po’ meno sensibile ma il doppio più veloce rispetto al precedente.
Creato principalmente per i CONTEST, normalmente risulta meno “trafficato” rispetto che in FT8.
In QRP funziona abbastanza bene, specialmente quando c’è molta propagazione.
RISULTATI:
Col centocinquantesimo QSO valido, e qualche “dupe”, il diciottesimo giorno, ho terminato il test.
Gli impegni familiari incombevano e la pazienza della XYL iniziava a confliggere con quella del QRP.
Elenco QSO per banda, per modo e totali.
BANDA SSB CW FT8 FT4 TOTALE
160 metri 0 0 4 0 4
80 metri 9 10 12 1 32
60 metri 0 1 8 0 9
40 metri 16 9 17 6 48
30 metri 0 4 10 2 16
20 metri 1 0 1 1 3
17 metri 0 2 0 1 3
15 metri 0 3 1 1 5
12 metri 0 0 0 1 1
10 metri 1 1 4 0 6
6 metri 1 0 1 0 2
2 metri 2 0 4 1 7
70 cm. 4 0 3 0 7
23 cm. 1 0 0 0 1
13 cm.(SAT) 2 0 2 2 6
37 30 67 16 150
Puzzle completati: 1 SSB, 1 FT8, 3 MISTO. Collegate tutte e 19 le stazioni.
Bella esperienza di “Slow Radio”.
Restando in fiduciosa attesa delle QSL via bureau mi rendo disponibile per la compilazione di quelle di competenza della nostra sezione.
Ringrazio tutti gli attivatori che hanno reso possibile questa iniziativa.
Specialmente quelli che non si sono lasciati scoraggiare dal mio debole segnale.
Sopratutto i “Grandi Marconisti”, dei quali ho messo certamente a dura prova la pazienza.
Ringrazio anche i robot, almeno quelli che ancora obbediscono alle tre leggi di Asimov.
È appena iniziato il 150° Marconi dell’ARI Nazionale.
Vedremo come andrà; sempre in “Very Low Power”.
Evviva Guglielmo Marconi! Evviva il QRP!
“La propagazione è il grande equalizzatore dei radioamatori e rende possibile stabilire contatti su qualsiasi cosa.“ Dan, N3OX